I primissimi momenti della gravidanza possono generare le emozioni più diverse: gioia, felicità, ma anche paura e sgomento.
Iniziano le
trasformazioni psicofisiche del corpo femminile: gli ormoni giocano un ruolo
cruciale nel circuito cerebrale materno, che aiuta la madre a mediare le
sensazioni e ad acquisire una nuova coscienza di sé nel nuovo ruolo.
All'inizio della gravidanza, sono molti gli interrogativi che si presentano alla donna. Alcuni hanno radici molto antiche: “Sarò in grado
di far vivere e crescere mio figlio?” Altri sono di tipo più relazionale: “Sarò in grado di amare mio figlio, di
anticipare e comprendere i suoi bisogni, le sue paure?” “Sarò come mia madre è
stata con me?”. Quest’ultimo interrogativo può essere molto pervasivo dal
momento che la propria madre è il parametro rispetto a cui ogni donna si misura
come figlia e come futura madre.
Per quanto riguarda il padre, solitamente il
suo processo di coinvolgimento è più lento e meno diretto. La prima fase del
coinvolgimento dell’uomo è di natura sostanzialmente mentale, scandito dall'annuncio della gravidanza. Pur da spettatore, può compartecipare alla
gravidanza condividendo gli stati fisici e mentali della compagna. Con
l’imminenza del parto, anche il padre sente decisamente più concreto il proprio
coinvolgimento, che interpreta nei termini di nuove responsabilità da assumere
verso la creatura che sta per arrivare. Oggigiorno la responsabilità che l’uomo
sente più immediata è di natura economica; tuttavia prende anche forma un senso
di responsabilità verso se stesso come uomo. Si tratta, pertanto, di
un’esperienza di trasformazioni avvertita profondamente anche dal maschio;
un’esperienza di maturazione che gli consente di assorbire anche il mutamento
che i rapporti con sua moglie dovranno necessariamente subire. Non è
infrequente, né strano, che l’uomo si senta abbandonato dalla donna durante la
gravidanza. Il coinvolgimento assoluto e totale della donna nei confronti del
bambino e, a volte, un’eccessiva componente ansiosa possono farlo sentire
trascurato e messo da parte.
Con maturità, equilibrio e capacità di trasformazione la coppia potrà riuscire a costruire una solida
relazione familiare.
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI
M.
Ammaniti, Pensare per due. Nella mente delle madri. Edizioni La
Terza, 2009
Dott.ssa Arianna Cosmelli
Psicologa Clinica e Perinatale
Nessun commento:
Posta un commento